"la natura è uno strumento per sperimentare non solo il mondo esterno, ma se stessi"
"la natura è uno strumento per sperimentare non solo il mondo esterno, ma se stessi"
"Crescere significa agire nell'ambiente.
Questo richiede occasioni di espressione e libertà di movimento."
(Educatori esperienziali in Natura, Christian Mancini)
"Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia. Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Non è stato l'uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. Qualunque cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso."
(CAPRIOLO ZOPPO, capo della tribù dei Dwamish)
Crediamo che il bosco e l'ambiente naturale siano il contesto ideale per dare modo ai bambini di costruire una reale fiducia in se stessi e nel mondo che li circonda. Attraverso l'Apprendimento Esperienziale diretto il bambino può ideare, creare, provare, sbagliare, riprovare e trovare gli strumenti e le risorse dentro di sé per superare quelle difficoltà che spesso noi adulti, preventivamente, risolviamo, privandolo della possibilità di crescere.
L'adulto, in questo senso, è un accompagnatore dei processi che il bambino vive; li accoglie, lascia che avvengano e li supporta.
Il bambino sviluppa in questo modo anche una profonda consapevolezza del proprio corpo e della propria emotività sperimentandosi costantemente in natura, dove impara a conoscere i limiti personali ed ambientali, oltre ad imparare spontaneamente a gestire relazioni e conflitti.
Il richiamo allo stare in natura è emerso insistentemente diversi anni fa e mi ha portato a scegliere di vivere in campagna dove sono nati e cresciuti anche i miei figli...
Quest'esperienza di crescita ha acquisito ancora più forza e senso da quando posso condividere con altre piccole persone il benessere che, da allora, continuo a ricevere stando all'aperto.
Nel bosco giochiamo, scopriamo, cresciamo, siamo... Insieme.
Questo progetto è stata l'occasione per scegliere. Inizialmente un percorso che rispecchiasse ciò che ritenevo fondamentale per la crescita del mio primo bimbo, da lì ho sentito il progetto trasformarsi in scelte profonde, di vita e di direzione in cui camminare. Farne parte ed accompagnare i bambini e le bambine è un privilegio ed una quotidiana meraviglia, oltre che la reale possibilità di riconnettermi a ritmi e valori profondi e ricontattare la bambina che sono.
Ho sempre sentito fin da piccola una forte connessione con la Natura e con il vivente. Oggi, sono grata di aver trovato un ambiente in cui poter essere davvero me stessa e trasmettere quello che sento ai bambini. Sono felice e onorata di accompagnarli e crescere insieme a loro, di poterli sostenere nelle esperienze che permettono ai bambini e alle bambine di essere davvero sé stessi.
Si e no, la risposta sta nel benessere di tutti, educatrici e bambini, che condividono insieme lo stare fuori. All'inizio dell'anno quando la stagione è più mite e la pioggia poca e leggera rimaniamo in bosco tutto il giorno, allestendo un riparo per la nanna, quando invece arriva la stagione fredda e umida, dove si fatica a trovare un posto asciutto, mangiamo in bosco e poi ci spostiamo a piedi verso quella che noi chiamiamo "tana" dove fare la nanna e aspettare poi l'arrivo dei genitori. Giornalmente le educatrici valutano la situazione metereologica e di sicurezza, modificando i programmi. Ad esempio temporali e forte vento ci invitano a trovare soluzioni differenti dal bosco, dove non sarebbe sicuro avventurarsi.
Siamo attrezzati! Quanta fatica facciamo a pensare alle infinite possibilità che ci offre stare sotto la pioggia? Probabilmente perché siamo cresciuti con l'idea che quando piove si resta dentro perché altrimenti ci si ammala. Noi adulti ci siamo disabituati alla pioggia e disabituati a vestirci in modo adeguato per poterci godere a pieno questo elemento, ma guardando i bambini il più delle volte disagio e fastidio spariscono lasciando emergere tanto entusiasmo e curiosità, dove la scomodità è molta meno del divertimento! Abbiamo anche tante strategie di ricerca confort, momenti in cui ci ripariamo all'asciutto o al calore del fuoco. Perché stare fuori per noi non è una gara, non vogliamo dimostrare nulla, semplicemente siamo ogni giorno quello che ci sentiamo di essere. E dopo essersi goduti il momento di gioia nel giocare sotto la pioggia si torna all'asciutto per asciugarci l'un l'altro i capelli e cambiarci i vestiti, perché se ci si bagna ci si cambia, non ci si ammala!
per il freddo come fate?
Un po' come per la pioggia il freddo è diventato per gli adulti un elemento di disagio, perché poco abituati a viverlo, grazie al confort della società in cui viviamo. I bambini però a differenza nostra hanno una grande capacità di adattamento e trovano spesso strategie di riscaldamento molto efficaci tramite il gioco, come correre e arrampicarsi. Inoltre abbiamo imparato come aiutarli: portiamo ai bambini, spesso, domande che li aiutino nella propriocezione, nel capire quando e quanto hanno necessità di coprirsi o spogliarsi, ma non solo. Abbiamo strategie specifiche come la vicinanza del fuoco, giochi di movimento singoli o da fare insieme, borse dell'acqua calda da tenerci strette (talvolta sotto le tute sono proprio caldine!!), tisane e cibi ricchi che apportino calore anche da dentro. Quando il freddo è troppo (e per ognuno può esserlo in momenti e per motivi diversi) la tana ci aspetta e non abbiamo resistenze nel raggiungerla.
i bambini giocano con il fuoco?
E' importante per noi far presente che consideriamo il Fuoco come elemento vivo.
In che senso? "Se lascio andare la convinzione che l'accensione del fuoco sia un automatismo e un atto meccanico e funzionale ma mi apro all'incontro con esso, posso entrare in risonanza con le qualità che questo ospite antico porta, non accendo il fuoco ma lo invito con presenza consapevolezza attenzione e dedizione. Il triangolo del fuoco mi fa capire in che modo è "vivo": va invitato con calore, respira aria e si nutre di ciò che brucia, è importante riuscire a percepire le sue vibrazioni così da sentirlo vivere e respirare accanto a me. per aiutare i giovani a rispettare il fuoco come vivente è bello permettere loro di interagire liberamente con esso, il fuoco attira i cuccioli con forza magnetica ed è utile lasciare spazio all'incontro. La dimestichezza si forma gradualmente dall'incontrarsi e sperimentarsi molte volte."
("Diario dei tuoi sentieri" H3 Educamp 2022-2023, Outdoor Education, apprendimento esperienziale, biofilia, mentoring in natura. Christian Mancini e Raffaella Cataldo)
perchè si usano seghetti, coltellini e attrezzi?
Perchè non troviamo nessun valido motivo per non farlo. Crediamo nelle competenze dei bambini, nella fiducia che si crea e nel rispetto delle poche regole che ci permettono di sperimentare in sicurezza.
Usiamo gli attrezzi veri perché facciamo esperienze vere e autentiche che non hanno bisogno di altro che di essere vere, per tutti gli attori coinvolti.
La nostra giornata inizia ovviamente... in bosco!
Dopo il cerchio dei saluti e la merenda i bambini giocano seguendo la loro ispirazione oppure vengono proposte attività dalle educatrici seguendo ciò di cui il gruppo ha bisogno.
A mezzogiorno si pranza con la propria gavetta o il cibo preparato dalle famiglie, per poi prepararsi alla nanna che viene fatta in "tana" o in bosco...
Vivere in bosco fa venire gran voglia di riposo, ma per quelli che resistono al sonno ci sono diverse attività che si alternano nei vari periodi dell'anno; acquerelli, pongo, sgranare lavanda e pannocchie.
I libri sono per noi una parte importante che ci accompagna durante tutto l'anno, ci aiutano a raccontare il ciclo delle stagioni ma anche a conoscere meglio piante e animali che condividono con noi il bosco, ci trasportano in altri mondi e aprono possibilità infinite.
Quello che cerchiamo di trasmettere ai bambini e alle bambine è che il bosco non è solo un posto per giocare, ma anche l'ambiente che ci ospita e che diventa per noi come una seconda casa, perciò le nostre attività sono spesso legate alla quotidianità e alla routine del "vivere" in bosco.
Ad esempio una grande parte è dedicata all'accensione del fuoco, che soprattutto nei mesi freddi ci permette di avere sempre una fonte di calore, ma anche di scaldare il cibo portato dalle famiglie.
In questo caso i bambini sono protagonisti e si dividono compiti come raccogliere legnetti e allestire il "nido" per il fuoco, poi muniti di acciarino e cotone si prova a turno a dare vita alla prima fiamma.
Il bosco offre tantissimi spunti per diverse attività, come la costruzione di capanne con i rami secchi, o l'arrampicata su tronchi e alberi. Una parte importante delle nostre attività sono le corde che, montate dalle educatrici, offrono altalene, amache e percorsi. Le corde sono un grande strumento per sperimentare i propri limiti e superare paure, ma anche utili per lo sviluppo dell'equilibrio e senso dello spazio nei bambini/e, nonché importante luogo di incontro uno a uno tra bimbi/e... Senza contare che i bambini le adorano ed apprendono nodi e altre possibilità di utilizzo guardando l'adulto e ricreando!
Altre attività protagoniste amate dai bambini sono quelle che comportano l'uso degli strumenti: seghe per segare tronchi e costruire cose, coltellini per spelare bastoni e trasformarli, martelli da usare con chiodi, palette e rastrelli per scavare o raccogliere e... la cucina fango! Con padelle piatti e caffettiere si creano infiniti giochi ed attività bambino/bambino - bambini/adulto.
Nell'arco dell'anno è importante per noi seguire il ciclo delle stagioni osservando il cambiamento dell'ambiente che viviamo, perciò attività uniche vengono proposte nei giorni di solstizi ed equinozi.
La nostra presenza è una danza tra l'osservare, il proporre, il rilanciare e il sostenere, senza arrogarci il diritto di decidere cosa sia giusto o sbagliato, ma stando nell'ascolto dei bisogni di ciascuno, tenendo ben presente i valori che portiamo con noi.
Vogliamo essere lo sguardo adulto che accoglie ed accompagna, non dirige ed impone.
Il Fuoco: uno dei giochi più profondi che facciamo. Davanti al fuoco ci si scalda, si legge, ci si abbraccia, ci si perde tra i mille fluttui e nel ritmo così fortemente connesso al nostro io più profondo. Al fuoco si sperimenta e si prova: l'accensione con l'acciarino, gli inneschi e i piccoli nidi di vari materiali, il gioco di trasformazione di foglie e bastoni a cui si dà fuoco e se ne scoprono le caratteristiche. Il fuoco richiede presenza e concentrazione, un adulto presidia costantemente l'area e l'interazione tra bambini/bambini e bambini/fuoco. Vengono condivise regole, come quella di non correre all'interno del cerchio del fuoco e di giocare ad altro nei dintorni sempre rivolti/seduti verso le fiamme. Un'altra regola importante è che finché il fuoco è acceso va custodito, quando nessuno lo custodisce più, va spento assicurandosi che le braci siano davvero tutte spente.
Uso del coltello: usare il coltello non è di per sé pericoloso, la sua pericolosità dipende dall'uso che se ne fa; l'esperienza con i piccoli ci suggerisce che è più utile accompagnarli ad imparare ad usare bene il coltello anziché impedire loro di toccarlo incoraggiando di fatto l'uso di nascosto senza aver prima imparato, condannandoli a rimanere sempre dilettanti.
Ai bambini diamo le corrette indicazioni per usare i coltelli: uno strumento funziona bene se fa bene ciò per cui è preposto quindi il coltello funziona bene se è affilato. Quando uso il coltello sto lontano dagli altri controllando (aprendo le braccia) di avere posto per muovermi in sicurezza; se mi muovo vicino a qualcuno con il coltello avviso ed aspetto che si fermi; se uso il coltello e passa qualcuno, mi fermo, anche se non mi avvisa. Uso sempre il coltello seduto, se mi sposto si chiude. 'Quando lavoro fra la lama e l'oggetto non ci sono parti del mio corpo e il coltello si muove sempre verso l'esterno, mai verso il mio corpo. Non c'è bisogno di avere paura di ferirsi, piccoli errori sono normali, quando si impara e anche dopo. Il modo migliore per far capire ai bambini come si usano certi attrezzi è offrire loro un buon esempio e... avere sempre con sé un kit di pronto soccorso per curare eventuali piccole ferite.
Allo stesso modo si agisce con tutti gli altri attrezzi che sono a disposizione: seghe, martelli, chiodi, viti, palette.
(integrazioni con "Diario dei tuoi sentieri" H3 Educamp 2022-2023, Outdoor Education, apprendimento esperienziale, biofilia, mentoring in natura. Christian Mancini e Raffaella Cataldo)
Ogni famiglia che entra nel progetto è chiamata a farne parte in modo attivo. L'organizzazione del progetto è fatta dall'assemblea delle famiglie. Si cucina, si pulisce la nostra "tana", si fa insieme manutenzione degli spazi aperti che i nostri figli abitano ogni giorno, proprio come a casa nostra. Si prendono decisioni su come affrontare il rapporto con l'esterno o i rischi che siamo o non siamo disposti a correre nel lasciare che i bambini facciano esperienza nel bosco.
Il progetto è una specie di seconda casa in cui ognuno mette a disposizione e in condivisione il proprio tempo, le proprie conoscenze ed esperienze. Questo spesso spaventa i nuovi arrivati. Viviamo in una società che delega all'esterno la cura dei propri figli e si crede che dato il tempo a disposizione di ognuno nell'arco della giornata tutto questo sia un impegno in più.
A volte si scopre che prendersi la responsabilità di co-costruire un progetto educativo vuol dire riprendersi il proprio spazio genitoriale, conoscersi a fondo fra famiglie nelle discussioni e nelle decisioni che si prendono piano piano insieme, contaminarsi e conoscere nuovi modi di vivere con i propri figli, scambiarsi esperienze intense che durano anni e tutto questo, oltre a diventare molto piacevole, è un'opportunità di creare vita comunitaria con regole proprie e autentiche.
Insomma, insieme al gruppo dei bambini che ogni giorno si trova in bosco, cresce anche la comunità delle famiglie a cui appartengono.